Una scomparsa misteriosa


Sabato 26 marzo 1938. Il direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Napoli, Antonio Carrelli, riceve un telegramma alquanto misterioso, spedito da Palermo il giorno precedente: “Non preoccuparti. Segue lettera. Majorana”. Quello stesso sabato Ettore Majorana – che aveva da poco assunto la cattedra universitaria di Fisica teorica all’età di 31 anni – non aveva svolto la lezione del suo corso di Fisica teorica. Il giorno dopo, domenica, la lettera preannunciata dal telegramma viene ricevuta da Carrelli: Majorana scrive di aver rinunciato ai suoi intenti suicidi e di aver intenzione di ritornare a Napoli, ma allo stesso tempo non fornisce alcun’ indizio su dove egli possa trovarsi. Un quadro abbastanza chiaro, comunque, si incominciava a delineare: Majorana, che era da molti ritenuto un genio della Fisica, era scomparso.

Preoccupato della situazione, Carrelli chiama il suo amico Enrico Fermi a Roma, il quale immediatamente comprende la gravità della situazione. Fu proprio in quella occasione che Fermi, il quale riceverà il premio Nobel per la Fisica alla fine di quello stesso anno, espresse la sua opinione su Majorana a Cocconi, per fargli comprendere cosa significasse quella scomparsa per la comunità dei fisici.

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